Mai come in questo momento vi è una similitudine politica fra l’Egitto e l’Italia. E già perché mentre in queste ore gli italiani erano intenti a guardare il cambio della guardia alla presidenza del Consiglio dei Ministri italiano nel big match Renzi-Letta anche nella terra dei Faraoni si avvicendavano la poltrona da Premier. Un ex ministro “dell’era Mubarak” Ibrahim Mahlab, gia’ ministro dello Sviluppo urbano sotto “il faraone” che fu costretto dalla piazza a lasciare il potere l’11 febbraio 2011, e’ il nuovo primo ministro egiziano, dopo le dimissioni a sorpresa del governo in carica, dovra’ ora formare un nuovo esecutivo, operazione che ha annunciato di voler compiere in non piu’ di tre-quattro giorni.
I giornali egiziani si interrogano se le dimissioni presentate lunedì dal governo guidato da Hazem Beblawi, in carica da meno di sette mesi, e la designazione di Mahlab come nuovo premier siano mosse politiche studiate per favorire l’ascesa alla presidenza della Repubblica del potente e popolare comandante in capo dell’esercito, ministro della difesa e vicepremier di Beblawi, il maresciallo Abdel Fattah Sisi. Ma proprio su questa ipotesi arriva un’altra sorpresa: l’annuncio della candidatura di Sisi alla presidenza, che era stato dato per imminente, slittera’ probabilmente fino a meta’ marzo. Delusione per chi si aspettava che l'”uomo forte” egiziano Sisi, regista della deposizione del primo presidente eletto nella storia del Paese, il fratello musulmano Mohamed Morsi, nel luglio scorso, del suo successivo arresto e degli sviluppi politici fino ad oggi, annunciasse – come era stato largamente pubblicizzato in precedenza – la sua immediata discesa in campo subito dopo il referendum sulla Costituzione approvata in gennaio.
Quale giustificazione ai movimenti che muovono dalla poltrona da Premier? Manovre di palazzo? Cautela eccessiva dell’apparato militare, che non ha mai amato coinvolgersi nella vita politica? Pressioni, come quelle di alcuni ambienti stranieri (arabi, ma anche europei e forse statunitensi) desiderosi di evitare un nuovo regime militare come quelli che per 60 anni (dal 1952 al 2012) hanno “regnato” in Egitto? La risposta potrebbe comprendere tutti questi elementi, ma – secondo qualche giornale egiziano – deve tener conto di alcuni problemi reali. In primis la difficile situazione economica del paese, che dalla deposizione di Mubarak e’ andata precipitando sia per i mancati investimenti programmati dall’estero sia per l’enorme richiesta di aumenti salariali venuta da molte categorie. L’inflazione e la disoccupazione crescente, nonostante l’andamento favorevole della Borsa, accompagnate dal crollo degli introiti del turismo – l’ondata recente di attentati ha di fatto portato alla cancellazione della quasi totalita’ di prenotazioni dall’estero in alberghi e resort come Sharm el Sheikh e Marsa Alam – allontanano di molto la prospettiva di una ripresa agevole dell’economia egiziana. Sono queste sfide immediate per il governo che Ibrahim Mahlab dovra’ affrontare.
Ma che potrebbero aver raffreddato per ora la volonta’ di Sisi, obbligato in caso di candidatura a lasciare l’esercito e qualsiasi incarico di governo, di salire alla guida del paese. Soprattutto se i giovani che hanno mandato a casa Mubarak e Morsi con le loro manifestazioni non mostrano entusiasmo per un nuovo presidente ex-militare. Un’indicazione in questo senso lo stesso maresciallo l’avrebbe dedotta dalla ridotta affluenza dei giovani al voto sulla Costituzione. Non sarebbe, invece, un ostacolo reale alla presidenza di Sisi, pur se sottolineato sui giornali, la nascita dell’ultimo dei suoi figli all’estero, mentre l’alto ufficiale anni fa seguiva corsi di specializzazione militare. La Costituzione prevede che tutti i membri della famiglia di un candidato presidente siano rigorosamente nati in Egitto. Infine il comandante in capo dell’esercito di certo vorrebbe evitare di trovarsi nelle condizioni di essere rimosso a qualche mese dalla sua eventuale elezione, per mano di quell’esercito di cui ha fatto il riferimento assoluto della sua vita, come e’ avvenuto gia’ per due rais nella recente storia del paese delle Piramidi.
Never as in this moment there is a similarity between politics Egypt and Italy. And already at this time because while the Italians were busy watching the changing of the guard at the Presidency of the Italian Council of Ministers in the big match Renzi – Letta also in the land of the Pharaohs took turns his chair by the Premier. A former minister ” of the Mubarak Power ” Ibrahim Mahlab , already ‘ Minister for Urban Development under the ” Pharaoh ” who was forced from the square to leave power on 11 February 2011 , and the new Egyptian prime minister, after the resignation in surprise of the incumbent government, must now form a new government, an operation which has announced plans to take in no more than ‘ three to four days. The Egyptian newspapers are questioning if the resignation Monday from Hazem Beblawi – Primary minister government , in office for less than seven months , and the appointment of new premier Mahlab as political moves are designed to facilitate the ascent to the presidency of the powerful and popular commander -in-chief , defense minister and vice premier of Beblawi , Marshal Abdel Fattah Sisi . But on this hypothesis comes another surprise: the announcement of candidacy for the presidency of Sisi , who had been given for impending slip ‘ probably until the middle’ March. Disappointment for those who expected that the ‘ “strong man” Egyptian Sisi , director of the deposition of the first elected president in the history of the country, the Muslim brother Mohamed Morsi, last July , his subsequent arrest and political developments to date, announced – as had been widely publicized earlier – its immediate descent into the field immediately after the referendum on the Constitution approved in January.
What justification that move the chair from Premier? Maneuvers of the political building? Excessive caution of the military , which has never loved getting involved in politics ? Pressures , such as those of some foreign environments ( Arabs, but also European and perhaps U.S. ) eager to avoid a new military regime such as that for 60 years ( 1952-2012 ) have ” reigned ” in Egypt ? The answer could encompass all these elements, but – according to some Egyptian newspaper – must take into account some real problems. Firstly the difficult economic situation in the country, by the deposition of Mubarak and ‘went plummeting to both a lack of investment from abroad is planned for the enormous demand for wage increases coming from many categories . Inflation and rising unemployment , despite the positive trend in the stock market, accompanied by the collapse of tourism revenues – the recent wave of attacks has actually led to the cancellation of almost all ‘ of bookings from abroad in hotels and resorts as Sharm el Sheikh and Marsa Alam – far away from the prospect of an easy recovery of the Egyptian economy . These are the immediate challenges for the government that Ibrahim Mahlab must ‘ face . But that may have cooled for now will ‘ Sisi obliged in case of an application to leave the army and any government post , to climb to the leadership of the country . Especially if young people who have sent home Mubarak and bites with their demonstrations show no enthusiasm for a new president ex – military . An indication in this sense the marshal would be deducted from the reduced influx of young people to vote on the Constitution. It would not, however, a real obstacle to the presidency of Sisi , although stressed in the papers, the birth of the last of his children abroad, while the senior officer years ago followed a military specialization courses . The Constitution provides that all members of the family of a presidential candidate are strictly born in Egypt. Finally, the commander-in- chief of the army certainly would like to avoid being in a position to be removed a few months after his election possible , at the hands of the army of which he made the absolute reference of his life , and as ‘ already happened ‘ for two rais in the recent history of the country of the Pyramids .