Alla Conferenza per lo sviluppo economico in programma a Sharm El-Sheikh questa settimana, l’Egitto annuncerà la costruzione del grattacielo destinato a diventare il più alto del paese e al contempo il simbolo di un appello: investite in questo pilastro della stabilità e argine contro il dilagare dell’Isis.
In ossequio alla sua millenaria storia l’edificio è a forma di doppia piramide e la maggiore, molto a slanciata con puntale luminoso, è alta 200 metri: meno di un quarto del grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa di Dubai che passa gli 800 metri, ma sarà pur sempre la futura vetta immobiliare d’Egitto superando peraltro di oltre 50 metri anche la vera piramide più alta, quella di Cheope.
L’indiscrezione è stata rilanciata la scorsa settimana, con tanto di foto, dal sito Egyptian Street citando il ministro dell’Edilizia abitativa Moustafa Madbouly. Il complesso delle due “piramidi”, con la più bassa e schiacciata ai piedi di quella alta, si chiama “Zayed Crystal Spark” e sorgerà nella parte ovest del Cairo attraverso una collaborazione fra società immobiliari e l’Autorità per le nuove urbanizzazioni “Nuca”. Il grattacielo del quartiere Sheikh Zayed ospiterà uffici, attività commerciali e “di divertimento”, ha detto il ministro senza fornire cifre circa l’entità dell’investimento.
L’edilizia è un comparto-chiave su cui l’Egitto punta per risollevare la propria economia messa in crisi dalla doppia rivoluzione seguita alla Primavera araba: quella tutta popolare anti-Mubarak del 2011 e quella popolar-militare contro la Fratellanza musulmana del 2013. Gli investimenti diretti esteri (Fdi) sono ineludibili e, come annunciato di recente da un ministro, il paese vuole attrarne per 60 miliardi di dollari in quattro anni: tra 10 e 15 miliardi in due anni dovrebbero venire dalla Conferenza, secondo l’obiettivo indicato dal responsabile di un altro dicastero. Si tratta di iniezioni di linfa economica che possono assicurare stabilità all’Egitto del presidente Abdel Fattah Al Sisi che combatte l’Isis in casa (nel Sinai) e preme per muoversi militarmente anche in Libia (come del resto ha fatto con i raid aerei del mese scorso su Derna). Non a caso un sito jihadista, “Dabeq chanel 1” ha rilanciato minacce di attentati contro la conferenza nella località balneare sul Mar Rosso. Esperti inoltre considerano parte di una strategia terroristica volta a scoraggiare gli investimenti la serie di rudimentali ordigni che nelle ultime settimane, causando anche vittime, hanno colpito più volte in Egitto filiali di gruppi stranieri quali la catena di fast food americana Kentucky Fried Chicken e i gruppi di telecomunicazioni britannico Vodafone ed emiratino Etisalat. Singoli attentati sono stati registrati anche contro il gruppo di distribuzione francese Carrefour e contro Mobinil, la controllata egiziana dell’operatore transalpino di tlc Orange. Alla Conferenza economica di Sharm El-Sheikh sono stati invitati circa 150 società che sviluppano progetti immobiliari.
Il mattone in Egitto traina più di 90 altri settori occupando almeno l’8% della forza lavoro e sviluppando il 4,6% del Pil (11,5 milioni di dollari) secondo dati dell’anno fiscale 2012/’
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EGITTO.THE GOLD PYRAMID BUILDING: LA RIPARTENZA DELL EGITTO NELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI SHARM EL SHEIKH